Riassunto: "Capito Shinichi? Questi sono biscotti dell'amore. Sono magici." (zuccherosità sui coniugi Kudo con una pennellata ShinRan)Disclaimer: ho preso in prestito la famiglia Kudo per il Fluffathlon. Perché sono fluffosi, perché mi serviva una famiglia e non sapevo a chi rivolgermi, perché quando non so che fandom pesci pigliare mi butto su Detective Conan e vado sul sicuro XD Comunque i Kudo sono di Aoyama e di quelli che lo pagano per vantarci sopra dei diritti, non miei di sicuro (ho provato a offrirgli dei soldi ma mi ha riso in faccia. Che venti euro non bastassero?). Gosho-san, te li rispedisco appena ho finito, okay?
Nota: scritta per il
Fluffathlon di Fanfic Italia, seconda settimana, prompt 'fluff domestico'.
CACAO E NOCCIOLE
Un delizioso profumo aveva iniziato a spandersi nel corridoio. Sapeva di cacao misto a qualcosa che sembrava frutta secca, probabilmente nocciole. Era uno di quei profumi che evocano tavoli bianchi di farina, ciotole sporche di rimasugli di impasto - da leccare - e donne anzianotte con indosso un grembiule a fiori.
Ma Shinichi non vide nulla del genere quando arrivò di volata in cucina, attirato dall'aroma di biscotti - che oltre a saper evocare immagini famigliari evocava anche un certo languorino: il tavolo era già sgombro, le stoviglie quasi tutte lavate e ad avere un grembiule a fiori non era una nonnina ma sua madre Yukiko, ventisei anni da poco compiuti, pelle di porcellana e una bionda coda di cavallo che la faceva sembrare una liceale.
La giovane madre si voltò verso di lui con un sorriso luminoso e con un biscotto in mano. “Giusto in tempo” cinguettò porgendogli il dolce, “il primo è per il mio piccolo Shin-chan”.
A Shinichi, cinque anni ad aprile, si illuminarono gli occhi e agguantò con le corte dita di bambino il biscotto scuro, guardandolo con meraviglia prima di cercare di infilarselo in bocca intero. Yukiko rise dolcemente mentre guardava il suo unico figlio che masticava con le gote gonfie: cucinare la metteva di buon umore, soprattutto cucinare per i suoi cari. E poi era da molto che non faceva dei biscotti,
questi biscotti in particolare, e averli cucinati proprio
quel giorno non faceva che aumentare la sua eccitazione. Chissà se Yusaku si sarebbe ricordato di quel giorno di sei anni prima...
Riusciva a vedersi, una Yukiko Fujimine di appena vent'anni, che giocava a preparare dei biscotti per l'uomo che amava, un giovane scrittore poco più vecchio di lei; sentiva ancora il calore torrido della piccola cucina dell'appartamento che all'epoca condivideva con un'amica, arroventato per metà dal calore del forno acceso e per metà dall'afa insopportabile di quel pomeriggio di luglio; si vedeva con i capelli appuntati sulla nuca, la schiena umida di sudore e le mani sporche di pasta. E poi sentiva la presenza improvvisa di qualcuno dietro di sé e il petto solido di Yusaku che la abbracciava da dietro, incurante del suo sussulto impaurito e delle sue preoccupazioni sul fatto fosse tutta sporca e sudata e lui non dovesse starle così vicino mentre era in quello stato.
Quella sera Yusaku, nella sala da pranzo di un ristorante di lusso, con le luci delle candele che gli danzavano negli occhi, le aveva chiesto di sposarlo. E lei aveva acconsentito con gioia.
La serata era finita tra biscotti al cacao e nocciole mangiati sul divano, mentre chiaccheravano sul loro futuro insieme, e poi tra lenzuola fresche e saliva e sudore reciproci.
Yukiko amava pensare fosse stata quella la notte in cui aveva concepito Shinichi, perché le pareva una cosa così dolce da immaginare, come se il piccolo fosse stato il coronamento di quel sogno che non aveva mai smesso di essere realtà da quando aveva incontrato suo marito.
Un paio di forti braccia la cinsero da dietro e lei si sentì improvvisamente racchiusa in un bozzolo di calore; percepì il sangue affluirle alle guance.
“Uhm... biscotti al cacao” mormorò Yusaku contro la sua guancia, “I miei preferiti”
Yukiko sentì un brivido correrle giù per la schiena. “Non sapevo ti piacessero tanto” disse, volgendo un poco la testa, sorridendogli.
Lui la guardò con affetto e una punta di malizia. “Sono pieni di bei ricordi” e, in risposta allo sguardo sorpreso della moglie, disse “Non dimentico le cose importanti”
Yukiko, memore delle non poche occasioni in cui il marito dimenticava compleanni, appuntamenti e ricorrenze varie, se solo queste coincidevano con la stesura di un capitolo urgente del Barone della Notte o con qualche indagine che lo appassionava, gli lanciò un'occhiata ironica.
“Be'” si difese Yusaku, “almeno ricordo di segnare le date sul calendario”
“Ma poi dimentichi di guardarlo” gli ricordò lei.
“Però di oggi mi sono ricordato, no?” e si chinò a baciarle piano il collo.
“Ti è convenuto” rise lei.
“Capito Shinichi?” Yusaku si volse sorridente a guardare suo figlio seduto su uno sgabello, del tutto disinteressato del tubare dei genitori ma occupatissimo nel tentare di farsi entrare nella piccola bocca ben due biscotti alla volta; l'uomo prese un biscotto dal tavolo e lo portò all'altezza del volto del bambino. “Questi sono biscotti dell'amore. Sono magici”, e strizzò l'occhio giocosamente.
Yukiko rideva. Shinichi piegò di lato la testa e guardò perplesso il biscotto. Davvero quel dolcetto scuro e dolce aveva simili poteri? Non era molto portato a crederci visto l'atteggiamento scherzoso dei genitori ma registrò ugualmente l'informazione. Che andò ben presto sepolta sotto montagne di altre nozioni quando, imparato a leggere, iniziò letteralmente a nutrirsi di racconti polizieschi e, più tardi, di trattati di anatomia e criminologia.
Quando, anni più tardi, una giovanissima Ran Mouri gli offrì a scuola dei biscotti al cacao e nocciole, lui ne prese uno piuttosto confuso. Perché l'addentare uno di quei biscotti gli causasse una strana stretta allo stomaco non seppe proprio capirlo.
FINE.(Non mi è stato proprio possibile scrivere semplicemente una Yusaku/Yukiko, ho dovuto metterci un barlume di Shinichi/Ran giusto per non smentirmi XD Ah, i biscotti visualizzateli come dei Pan di Stelle Mulino Bianco; mancavano solo le stelle di glassa ed erano loro XDXD)