Prologo
Tokyo, sabato 25 giugno 2011. Apparentemente una giornata tranquilla, il sole sorto da poco illuminava i grattacieli caratteristici della skyline della capitale giapponese e il freddo della notte lasciava posto all'aria pungente del mattino.
Erano appena le 7 quando squillò il telefono dell'agenzia investigativa di Kogoro Mori. Il suono improvviso svegliò il detective, che dormiva sulla scrivania: si era addormentato la sera prima dopo aver ammirato il suo idolo, Yoko Okino, alla televisione. Il programma era durato fino a tardi e, colto dal sonno, l'investigatore aveva appoggiato momentaneamente la testa alla scrivania, per poi addormentarsi. Non si sarebbe mai aspettato una chiamata nel week-end e ciò lo disturbò non poco.
“Pronto?” sbadigliò il detective al telefono. “Ciao, Goro! Sono l'Ispettore Megure! Scusa se ti chiamo a quest'ora, ma ho una notizia urgente da darti. Mi hanno contattato dalla Polizia di Torino, in Italia, perché un detenuto giapponese è evaso dalla prigione di massima sicurezza in cui era rinchiuso ed è riuscito a raggiungere quella città. Pare inoltre che un pericoloso serial-killer si stia aggirando in quella zona. Mi sto preparando per andare proprio lì: dato che il detenuto è una tua vecchia conoscenza, volevo chiederti se potevi venire con me. Potresti fornirci informazioni essenziali per catturare quel tizio."
Conan e Ran, che erano riusciti a dormire fino ad allora, furono costretti ad alzarsi.
“Stai tranquillo, Goro... la Polizia di Torino mi ha offerto una somma totale di 10 milioni di yen, inoltre il viaggio e il soggiorno sono totalmente offerti da loro.” disse Megure.
Alla notizia Goro si mostrò stupito, ma interessato e informò l'ispettore che sarebbe venuto in questura per discutere dei dettagli. Quindi riattaccò il telefono e informò Ran e Conan del caso. Anche loro stentavano a credere a un'offerta simile. Dopo essersi preparato, Kogoro prese un taxi e si recò in questura.
Ritornò due ore dopo: la conversazione era stata abbastanza veloce. “L'Ispettore Megure dice che un serial killer molto pericoloso si sta aggirando per Torino e la polizia locale è in seria difficoltà. Inoltre un evaso di prigione giapponese è scappato in Italia e pare che i due stiano preparando qualcosa di grosso. Ha detto che dovremo partire per un tempo indeterminato e alloggiare in albergo mentre aiuterò la polizia torinese.” disse Kogoro. “Ha detto che possiamo portare chi vogliamo: il viaggio è finanziato dalla polizia italiana.”.
Ran ipotizzò:”Potremmo portare Sonoko, il professor Agasa, Ai e i tre compagni di scuola di Conan. E poi...”
“E poi cosa?” chiesero in coro Conan e Goro.
"E poi anche la mamma!!!!!” esordì Ran.
Goro divenne bianco all'istante: “Scordatelo!! Non la porteremo mai con noi per così tanto tempo!!!”
“Tanto dice sempre così...” pensò Ran. “Vabbè glielo chiederò io senza dirglielo...”.
Conan contattò il professor Agasa per informarlo del viaggio e ricevette un “sì” immediato: infatti era interessatissimo a visitare l'Italia. “Ci penserai tu a chiedere alle famiglie di Ayumi, Mitsuhiko e Genta il permesso di portare anche loro?” chiese Conan; “Ma certo!! Stai tranquillo Shinichi! Lascia fare a me!” rispose il professore.
Pochi minuti dopo arrivò una telefonata sul cellulare:”Ciao Shinichi! Ho chiamato le famiglie dei bambini e mi hanno permesso di portare anche loro!!".
“Urgh! Che velocità”, esclamò Conan. “Bene, lo dico a Goro... Verrà anche Haibara?”. “Ma certo!! Come potremmo lasciarla qui da sola?” rispose Agasa. “Va bene. Ci vediamo...” e chiuse la conversazione.
A cena informò Goro del fatto che sarebbero venuti anche Agasa, Haibara, Ayumi, Mitsuhiko e Genta.
Ran aveva chiamato anche Sonoko, che invece non poteva venire perché pochi giorni più tardi sarebbe stato il compleanno del padre e non sarebbe potuta mancare. Eri, infine, si era rifiutata di venire per un tempo indeterminato con Goro.
“Bene! Allora è deciso: si parte!!” esordì Goro, sollevato dal fatto che Eri non volesse venire.